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I Tiranni

 

Gelone

 
Gelone tiranno di Gela e Siracusa
 

La dinastia dei Dinomenidi

Tiranno di Gela e di Siracusa (Gela, 540- Siracusa 478 a. C.).
Gelone era figlio di Dinomane, la cui famiglia era originaria dall’isola di Telos; proveniva di nobil sangue ed era imparentato con Ippocrate. La famiglia si componeva di quattro fratelli: Gelone, Gerone, Trasibulo e Polizelo.
Per due anni Gelone tenne la reggenza del governo di Gela, in nome dei figli minori d’Ippocrate. Nel 493 A. C. traendo pretesto dalle turbolenze civili che tenevano in agitazione il popolo, assunse con un colpo di stato la tirannide, usurpando così il potere ai suoi pupilli Cleandro ed Euclide.
Enedisiano, suo compagno d’armi, forse non fu estraneo alle agitazione del popolo, al fine di impadronirsi lui del potere supremo, Ma scoperto il suo intrigo da Gelone fu costretto ad abbandonare Gela e rifugiarsi ad Agrigento, ove contava potenti amicizie e larga e influente parentela.
Divenuto tiranno di Gela, e coprendo anche la carica di Gran Sacerdote del culto di Cerere, che a lui spettava per diritto ereditario, acquisito dall’avolo suo Teline, Gelone seguì la politica d’Ippocrate, il cui programma era quello di unificare tutti i greci di Sicilia, con la fusione e l’assorbimento della razza Ionica e Calcidica, sotto un unico scettro. Era il concetto dell’unità nazionale della Sicilia, sorto per primo in  Gela, e sempre presente nella sua politica.
Come Ippocrate, Gelone aspettava il momento opportuno per muovere guerra a Siracusa, al fine di sottometterla al suo dominio. Questo pretesto gli fu dato dai Gamori siracusani, rifugiati a Casmene, cacciati dai Cilliri , da Siracusa.
I Gamori siracusani mal digerirono di essere stati cacciati dalla plebe irrequieta e spogliati di tutti i loro beni, si rivolsero a Gelone offrendogli la signoria della città. Con un forte esercito al quale si unirono i Gamori fuorusciti Gelone si mise in marcia verso Siracusa. Gli abitanti di questa città vennero a sapere di questa manovra e siccome la sua fama di grande condottiero e di abile politico non aveva rivali fu accolto in città con le porte aperte e gli fu affidato il governo della città.
Assunto il governo provvisorio di Siracusa, Gelone lasciò quello di Gela al fratello Gerone, portandosi con se i migliori cittadini geloi con tutti i loro averi.
Questo profondo salasso politico ed economico arrestò la vita rigogliosa della città di Gela , che gli proveniva dalla dovizia dei suoi prodotti agricoli, principalmente per  il grano e l’orzo.

 

 

Gelone

Gelone (in greco G????; Gela, 540 a.C. – Siracusa, 478 a.C.) fu tiranno di Gela dal 491 a.C. e di Siracusa dal 485 a.C. alla morte. I suoi fratelli erano Ierone I che sarebbe divenuto sovrano di Gela prima e di Siracusa dopo la sua morte, e Polizelo futuro signore di Gela al posto di Ierone I.
Iniziò la sua carriera militare come comandante della cavalleria del tiranno Ippocrate di Gela. Quando il suo signore morì, nel 491 a.C., Gelone con un colpo di stato prese il potere per due anni poiché subito dopo conquistò Siracusa, sfruttando la concomitante lotta tra Gamoroi e Killichirioi, divenendone il tiranno per acclamazione.
« Al tempo della tirannide di Ippocrate, Gelone, discendente del sacerdote Teline, era doriforo di Ippocrate assieme a molti altri, tra i quali Enesidemo, figlio di Pateco. In breve tempo per il suo valore fu nominato comandante di tutta la cavalleria; infatti quando Ippocrate assediò Gallipoli, Nasso, Zancle, Lentini, nonché Siracusa e varie città barbare, Gelone in queste guerre si distinse in modo particolare. »

(Erodoto, Libro VII, 154)

Nel 488 a.C. vinse anche una Olimpiade con la quadriga che lo renderà assai famoso.
Affidata Gela al fratello Gerone, il tiranno iniziò un'opera di conquista della Sicilia orientale e di recupero della civiltà greca minacciata dai cartaginesi. Sposò la figlia di Terone di Agrigento, Demarete per rinsaldare i rapporti tra le due città. Al fine di unificare la Sicilia in un unico stato greco che inglobasse anche le varie etnie, Gelone iniziò una campagna di conquiste iniziando da Megara Hyblaea che distrusse deportando l'intera popolazione a Siracusa. Nel 480 a.C. dichiarò guerra a Cartagine con l'aiuto del tiranno Terone di Agrigento, vincendo a Imera. Gli ambasciatori cartaginesi nel negoziare la pace temeranno un alto costo di vite, ma la regina Demarete lo persuade ad essere magnanimo chiedendo tuttavia l'abolizione dell'usanza cartaginese di sacrificare bambini al dio Moloch. Accettate le condizioni della resa, i Cartaginesi doneranno alla regina una corona, con il cui oro vengono coniate le monete chiamate Demareteion.
Essendo in corso le Guerre Persiane, gli emissari di Sparta giunsero alla sua corte chiedendo un aiuto bellico contro le invasioni Persiane in Grecia. Gelone offrì il suo aiuto a patto di avere il comando della spedizione. Gli emissari però rifiutarono l'offerta, non essendo d'accordo all'idea di cedere il comando. In mancanza di un accordo, Siracusa non mandò alcun aiuto.
Durante il suo governo avviò una vasta monumentalizzazione di Siracusa urbanisticamente spostò l'agorà da Ortigia al quartiere Acradina, inoltre fece costruire il tempio di Demetra e Kore vicino al teatro greco, e in onore alla vittoria contro Himera eresse il tempio di Athena e l'acquedotto Galermi.Considerato un tiranno moderato e giusto, non ebbe difficoltà a governare il suo popolo e dopo la sua morte ebbe un culto da eroe. Ad un certo punto del suo governo, egli radunò il popolo in assemblea per rimettere il comando della città. Disarmato chiese di mantenere il potere o di farselo togliere, alché il popolo per acclamazione lo invitò a restare il sovrano di Siracusa.
Alla sua corte attrasse molti poeti e drammaturghi, favorendo anche la costruzione del teatro greco di Siracusa. Ebbe anche una grande fama all'estero, poiché i cartaginesi erano alleati dei persiani, che da anni conducevano una guerra contro gli ellenici. Gli succedette Gerone I. Gelone morì a Siracusa nel 478 a.C., sul letto di morte nominò suo successore il fratello Gerone I e affidò il figlio e la moglie al fratello Polizelo (che sarebbe divenuto signore di Gela), chiedendo allo stesso di prendere in moglie Demarete. Secondo le fonti alla sua morte il popolo pianse il sovrano a lungo il quale eresse a sue spese un mausoleo per il sovrano vicino al tempio di Zeus ai Pantanelli.

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